[Naruto] Rainy Night

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    Rainy Night
    Naruto
    Lingua: Italiano
    Rating:
    Genere: Introspettivo
    Wordcount: 1545
    Tipo Coppia: M/M
    Personaggi: Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga
    Pairing: NejiKiba
    Warnings: Established Relationship, Yaoi, What If? (E se...), Non Betata
    ps2C3tq
    Status:
    Info:
    Trama & Note:
    PROMPT
    Pioggia / Sereno / Oscurità

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    COWT 10 @LandeDiFandom

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    Quando Kiba balzò sul davanzale della camera di Neji, sapeva senza alcun'ombra di dubbio che il suo compagno era stato in grado di individuarlo già da tempo, nonostante la tarda ora. Neji forse non possedeva il suo olfatto finissimo - che in quel momento veniva violato dai forti odori della terra bagnata dalla pioggia -, ma aveva ben altre abilità che gli permettevano ogni volta di scoprirlo in quelle sue incursioni notturne.
    .
    NOTE
    Questo Cowt sarà caratterizzato dalle mie vecchie otp. 10 anni di Cowt vanno festeggiati in qualche modo XD
    Non scrivevo su questi due da una vita praticamente e ad essere sincera un po' mi è venuta la nostalgia di persone che avrei preferito non ricordare XD
    «Kiba iniziò a scuotere con energia il capo come avrebbe fatto un cane, scrollandosi l'acqua d'addosso.»
    Quando Kiba balzò sul davanzale della camera di Neji, sapeva senza alcun'ombra di dubbio che il suo compagno era stato in grado di individuarlo già da tempo, nonostante la tarda ora. Neji forse non possedeva il suo olfatto finissimo - che in quel momento veniva violato dai forti odori della terra bagnata dalla pioggia -, ma aveva ben altre abilità che gli permettevano ogni volta di scoprirlo in quelle sue incursioni notturne.
    Era pressoché impossibile riuscire a coglierlo di sorpresa, ma Kiba non avrebbe mai smesso di tentare.
    Sorrise tra sé e sé, divertito ma al tempo stesso anche rilassato, come l'essere appena saltato sulla finestra di un ninja appartenente ad uno dei Clan maggiori di Konoha fosse cosa di poco conto. Era abituato a farlo, era quella la verità, e anche se restava pur sempre un pizzico di timore all'idea di essere scoperto, alla fine sembrava prevalere quel senso di appartenenza e serenità che lo coglieva ogni volta che si trovava insieme al suo compagno.
    Senza perdere il sorriso e quelle sensazioni piacevoli, Kiba iniziò a scuotere con energia il capo come avrebbe fatto un cane, scrollandosi l'acqua d'addosso e schizzandola un po' ovunque. Era consapevole che quello avrebbe infastidito un poco lo Hyuuga, ma gli venne spontaneo cercare di scacciare quelle fredde goccioline d'acqua che gli stavano scivolando sul collo e sulla fronte.
    «Kiba», il sospiro di Neji lo raggiunse da un punto imprecisato della stanza, esasperato ma non eccessivamente nervoso.
    «Sono bagnato», si giustificò con un sorrisetto compiaciuto, che non sarebbe ovviamente sfuggito al Byakugan dello Hyuuga.
    «Lo vedo», commentò l'altro ninja, «saresti dovuto rimanere a casa», gli fece poi presente, senza però rimproverarlo per davvero.
    Un leggero fruscio di vesti spinse Kiba a puntare lo sguardo verso una posizione ben precisa della stanza e lì scorse la sagoma del suo compagno che, silenzioso, si era spostato verso gli armadi. Ne seguì tutti i movimenti, riuscendo lentamente ad abituarsi anche a quell'oscurità mitigata un poco dai lontani lampioni che illuminavano le strade di Konoha.
    «Avrei dovuto. Ma tu mi stavi aspettando», spiegò sincero, restando appollaiato sul davanzale - era certo che i suoi piedi penzolanti sul pavimento della stanza avessero già iniziato a creare una piccola pozza d'acqua, ma non se ne curò più di tanto.
    «Sapevo che saresti stato abbastanza stupido da affrontare la pioggia per venire fin qui. Ho lasciato la finestra aperta per questo», rispose Neji, lanciandogli un asciugamano che Kiba afferrò con sicurezza.
    Questo ridacchió quieto, frizionandosi i capelli e balzando del tutto all'interno della camera. Avvertì subito la presenza dello Hyuuga accanto a sé, e lasciando l'asciugamano sul capo, si sporse istintivamente verso di lui per catturargli le labbra in un rapido bacio. Delicato e senza troppe pretese, più giocoso e simile ad un saluto che altro.
    «Avresti sentito la mia mancanza, no?», insinuò furbo, concludendo quelle parole con una leggera carezza di lingua sul naso dell'altro ragazzo.
    «Forse», concesse Neji, attirandolo a sé in un abbraccio, incurante degli abiti zuppi che andarono subito a bagnarli il fine yukata da notte che indossava. Era un gesto intimo che il suo compagno sembrava essere capace di concedersi solo in quei momenti, mentre erano entrambi protetti dall'oscurità della notte.
    Kiba ricambiò con energia quella stretta sfregando il naso umido contro la pelle morbida di Neji, beandosi del suo profumo forte ma al tempo stesso delicato.
    «Dovresti spogliarti», gli suggerì lo Hyuuga paziente qualche attimo dopo, spostandosi per poter riprendere ad asciugargli i capelli con l'asciugamano, «è vero che gli stupidi non si ammalano mai, ma è meglio non rischiare».
    Kiba sbuffò divertito per quel commento sarcastico, che dimostrava per l'ennesima volta un netto cambiamento nell'atteggiamento del suo compagno. Non era mai stato un tipo da 'battutine di spirito' o 'ironico', era infatti sempre stato estremamente serio e controllato - a tratti anche fin troppo austero -, ma stava mutando e quelle erano delle sfaccettature che solo Kiba sapeva di poter vedere in modo così chiaro.
    «Mh, d'accordo», acconsentì iniziando subito a spogliarsi.
    Scalció via le scarpe e, con un movimento fluido, fece cadere per terra la giacca, la quale venne subito seguita dalla maglietta e dai pantaloni.
    Un leggero brivido gli attraversò la schiena nel ritrovarsi seminudo, ma quello non gli impedì di sorridere ancora. Si era ormai abituato all'oscurità e da quella posizione poteva chiaramente vedere gli occhi pallidi di Neji e i tratti del suo viso distesi e rilassati, così diversi da quelli accigliati che era solito indossare fiori da quelle mura.
    Sembrava libero, e Kiba sapeva che quella definizione non era poi così lontana dalla realtà. Se c'era una persona che aveva per davvero desiderato la libertà, quella era proprio Neji Hyuuga. Si era sempre sentito in trappola, tra il Clan e i suoi doveri, tra il passato e quel marchio indelebile sulla sua fronte. E Kiba, non senza un pizzico di orgoglio e felicità, sapeva di essere diventato la chiave e il perno dell'emancipazione del suo compagno.
    Posò la fronte contro quella del compagno, e cingendogli le spalle in un abbraccio, cercó di coinvolgerlo in un altro bacio che, ovviamente, non gli venne negato. Rimasero fermi per qualche momento in quella posizione, ascoltando i loro respiri e i cuori che battevano insieme, accompagnati dall'incessante scrosciare della pioggia.
    Quell'incontro, così come tutti quelli del passato e sicuramente del futuro, era pericoloso ma era quella la loro realtà.
    Neji poteva aver trovato la libertà con Kiba ma nessuno dei due era ancora riuscito ad oltrepassare un'ulteriore gabbia, quella del mondo all'esterno di quella camera.
    A dirla tutta però, entrambi dovevano ammettere di aver già messo in conto l'opzione dell'essere già stati scoperti da tanto tempo, ma solo per rispetto e forse per vergogna, nessuno delle loro famiglie aveva mai voluto farsi avanti: né per dare loro il benestare né per fermarli.
    Se il silenzio era però assenso, allora Kiba sapeva di poter continuare tranquillamente ad intrufolarsi nella stanza di Neji e lasciarsi stringere dalle sue braccia che gli donavano sempre sia sicurezza che serenità.
    Non era certo di sapere quando quel sentimento di pace si era fatto avanti nella loro relazione - inizialmente vi era stata una forte connotazione fisica, un'attrazione che passava dal voler saltare al collo dello Hyuuga al volerlo baciare fino a lasciarlo senza fiato -, ma le cose si erano evolute ed erano mutate in quelle sensazioni impossibili da ignorare e irrinunciabili.
    Arretrarono fino al futon che li accolse, caldo e morbido. Labbra contro labbra, mani che si lanciavano all'esplorazione dei loro corpi, seguendo percorsi che già in passato avevano imparato a conoscere, con le gambe incastrare in un abbraccio sempre più ardente.
    Bassi sospiri e gemiti si persero nel rumore della pioggia e, protetti dall'oscurità e dall'intimità di quella stanza, si lasciarono andare a quel bisogno tanto fisico quanto emotivo.
    Fu sempre in quello stesso futon che Kiba si risvegliò l'indomani mattina, con le braccia di Neji strette attorno al suo corpo, possessive ma delicate.
    Fuori dalla finestra, i primi raggi del sole stavano iniziando a lambire il giardino della villa degli Hyuuga e la stessa stanza, immergendola con una luce calda e oro.
    Si prospettava una giornata splendida, ben diversa dal temporale della notte prima. In fondo, sorrise tra sé e sé, dopo la pioggia veniva sempre il sole, e quel cielo sereno ne era la prova... e sarebbe stato stupendo poter dire la stessa cosa anche della sua relazione con Neji.
    Perché per quanto fossero a loro agio l'uno con l'altro, e si sentissero liberi e felici del risultato che erano riusciti a raggiungere con la loro relazione, con il sorgere del sole Kiba sapeva di dover scomparire dal quella villa. Le loro famiglie potevano già avere più di qualche sospetto - agli Hyuuga bastava attivare il Byakugan per scorgere la sua presenza, e l'odore di Neji era sicuramente stato avvertito dagli Inuzuka -, ma non voleva rischiare né mettere a disagio il suo compagno.
    Trattenne un sospiro, e si voltò ad osservare lo Hyuuga ancora addormentato. Aveva in viso un'espressione serena e calma, rilassata, e gli sembrò quasi crudele doverlo abbandonare. Si rabbuiò un poco, costringendosi seduto sul futon, ma Neji parve non essere dello stesso avviso. Il giovane infatti strinse con più decisione le braccia attorno ai suoi fianchi, impedendogli di alzarsi del tutto.
    «Resta», mormorò lo Hyuuga, con voce impastata dal sonno. Kiba sorrise, accarezzandogli i capelli scuri abbandonati sul cuscino del futon, erano rare le volte che Neji sembrava disposto a mostrare così apertamente i suoi desideri, e la mattina era uno di quelli.
    «Poi sono io quello folle», lo canzonò, ben consapevole di quanto fosse sconveniente restare in quella stanza più del previsto.
    «Hinata-sama sa già», ribatté Neji, come se quello fosse il punto più importante dell'intera situazione, lasciando Kiba leggermente spiazzato.
    Non era certo di riuscire ad afferrare totalmente il senso di quell'affermazione ma gli sembrò fin troppo semplice accettarlo. Se Neji desiderava rischiare - e stava addirittura utilizzando il nome di Hinata per convincerlo -, allora lui avrebbe fatto la stessa cosa. Era pronto a rischiare tutto per lui.
    «Se lo dici tu... allora resto qui», rispose infatti, sistemandosi di nuovo nell'abbraccio del suo compagno con un ampio sorriso soddisfatto e sereno, pronto a godersi quei momenti accanto a Neji il più possibile.

    Note Conclusive:
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