[Ensemble Stars] Nightmare beforte Christmas

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    Nightmare Before Christmas
    Ensemble Stars!
    Lingua: Italiano
    Rating:
    Genere: Introspettivo
    Wordcount: 835
    Tipo Coppia: M/M
    Personaggi: Koga Oogami, Adonis Otogari
    Pairing: AdoKoga
    Warnings: Established Relationship, Non Betata
    NPt3KuU
    Status:
    Info:
    Trama & Note:
    PROMPT
    62. Nightmare Before Christmas

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    Maritombola @LandeDiFandom

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    Oogami Koga non era una persona dal sonno eccessivamente pesante.
    Aveva i sensi sempre all’erta come un vero e proprio lupo: pronto a scattare e ad agire anche al più piccolo sentore di pericolo. Non che ci fossero chissà quali pericoli nel suo appartamento, ma era rassicurante l’idea di poter proteggere il suo piccolo branco, che si era allargato con la piacevole aggiunta del suo fidanzato..
    NOTE
    Il fatto che il padre di Adonis sia rimasto in un altro paese è canon. Di mio c’è solo l’headcanon che sia un territorio di guerra XD
    «“Un incubo?”, pensò quasi sorpreso, trovando poi conferma in un nuovo lamento che sfuggì dalle labbra di Adonis.»
    Oogami Koga non era una persona dal sonno eccessivamente pesante.

    Aveva i sensi sempre all’erta come un vero e proprio lupo: pronto a scattare e ad agire anche al più piccolo sentore di pericolo. Non che ci fossero chissà quali pericoli nel suo appartamento, ma era rassicurante l’idea di poter proteggere il suo piccolo branco, che si era allargato con la piacevole aggiunta del suo fidanzato.

    Fu proprio quest’ultimo, tuttavia, a strapparlo dal suo sonno emettendo un mugolio contrariato ed estremamente strano. Non era la prima volta che lui e Adonis dividevano lo stesso letto, e aveva imparato a conoscere le abitudini notturne del suo compagno, per quel motivo poteva affermare con sicurezza che Adonis non faceva mai versi. Il suo compagno, infatti, si muoveva sempre pochissimo nel sonno, e il suo respiro di solito era calmo e tranquillizzante.

    Di conseguenza quel mugugno lo costrinse a tirarsi seduto quasi di scatto, come se ci fosse qualcosa di sbagliato nella loro stanza.

    Tutto, ovviamente, gli apparve nella norma. Non vi erano odori strani né rumori molesti, e la stanza - semi illuminata dalle decorazioni natalizie, che abbellivano la strada del suo quartiere - non sembrava essere stata presa di mira da nessun intruso.

    Aggrottò le sopracciglia confuso, e dopo aver lanciato una rapida occhiata all’orologio digitale sul suo comodino -segnava circa le quattro e mezza del mattino del ventiquattro Dicembre - si permise di abbassare finalmente lo sguardo sul ragazzo steso accanto a lui, scorgendone il profilo, illuminato dalle lucine rosse e gialle, contratto in una smorfia, il respiro un poco irregolare e la mano stretta quasi con forza sulla pesante coperta.

    “Un incubo?”, pensò quasi sorpreso, trovando poi conferma in un nuovo lamento che sfuggì dalle labbra di Adonis. Sembrava spaventato, braccato da qualcosa, e quello lo spinse a scuotergli gentilmente la spalla.

    «Ohi! Adonis», lo chiamò a bassa voce, cercando di non risvegliarlo in modo troppo violento.

    Il giovane sobbalzò quasi subito, spalancando gli occhi e fissando per qualche istante Koga come se non lo vedesse per davvero, trattenendo il respiro forse inconsciamente.

    «Adonis?», lo richiamò ancora Oogami, stringendogli la mano sulla spalla.

    L’altro sbatté le palpebre più volte e solo dopo aver liberato il respiro trattenuto sembrò rilassarsi un poco.

    «Koga…», esalò con voce roca, forse anche confusa.

    «Va tutto bene?», gli chiese incapace di nascondere la sua preoccupazione. In un’altra situazione e, sicuramente davanti ad altre persone, non si sarebbe mai sognato di mostrare quel lato di sé, ma Adonis faceva parte del branco - era il suo partner -, ed era un suo compito proteggerlo e assicurarsi che fosse sempre tutto a posto.

    Il ragazzo si mise seduto, voltandosi brevemente verso l’orologio digitale.

    «Mi dispiace», mormorò dispiaciuto.

    «Non è quella la mia domanda», ribatté, «hai fatto un incubo?», aggiunse come per cercare una risposta un po’ più precisa.

    Adonis si accigliò, ma assentì lievemente e Koga allungò la mano per stringere quella del suo compagno, incerto su come gestire quella situazione anomala.

    «Vuoi… parlarne?», chiese, osservando le reazioni dell’altro con attenzione, sperando di non metterlo a disagio.

    La stretta della sua mano venne ricambiata, calda ma altrettanto insicura.

    «Mio padre», soffiò piano e a Koga bastarono solo quelle due parole per comprendere la situazione. Ne era già a conoscenza a dirla tutta, ma generalmente era una questione che passava quasi in secondo piano con il loro lavoro da Idol… ma quello, ovviamente, non impediva ad Adonis di pensarci.

    Il padre del suo ragazzo viveva fuori dal Giappone, in una zona del Medio Oriente non lontana da degli scontri armati. Era complicato e, probabilmente, il trovarsi all’alba del Natale aveva suscitato in Adonis chissà quali incubi.

    Sospirò e appoggiò il capo sulla spalla del suo compagno.

    «Tuo padre è uno tosto», lo incoraggiò, «come te», aggiunse, accarezzandogli lentamente il dorso della mano con il pollice.

    «Lo so… ma mi manca», ammise, «e anche se sono felice di essere qui…»

    «Vorresti che anche lui fosse venuto con voi», concluse Koga per lui. Adonis annuì ancora, chiudendo gli occhi per sospirare.

    «Lo ha fatto per proteggerci», mormorò e anche se Koga non conosceva alla perfezione le reali meccaniche della partenza di Adonis con le sue sorelle e la madre per il Giappone, poteva benissimo immaginarle.

    Si morse le labbra, incapace di trovare una vera e propria soluzione a quella situazione, se non l’alzare le braccia per stringere a sé il suo ragazzo.

    «Andrà tutto bene», dichiarò, costringendolo di nuovo disteso, bloccandolo con il peso del suo corpo, «non gli succederà niente, e presto vi raggiungerà. Questo, magari, sarà l’ultimo Natale che passate lontani».

    Adonis si rilassò leggermente, ricambiando con delicatezza l’abbraccio - sempre timoroso di fargli del male con la sua forza quasi anormale.

    «Grazie», esalò in risposta.

    Koga sapeva benissimo quanto le sue parole potessero essere prese come prive di qualsivoglia valore, ma in qualche modo sapeva anche che era quello ciò di cui aveva bisogno il suo ragazzo. Voleva sicurezze e lui voleva allontanare il ricordo di quell’incubo il più rapidamente possibile.
    Note Conclusive:
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    code by #Michelle
     
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0 replies since 20/1/2020, 22:24   59 views
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