[Touken Ranbu] Underwater

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    Underwater
    Touken Ranbu
    Lingua: Italiano
    Rating:
    Genere: Introspettivo
    Wordcount: 1575
    Tipo Coppia: GEN
    Personaggi: Yamanbagiri Kunihiro (Apparsi: Ookurikara, Tsurumaru Kuninaga)
    Pairing: //
    Warnings: Alternative Universe (AU), Pre-Slash, Non Betata
    OJsNZaI
    Status:
    Info:
    Trama & Note:
    PROMPT
    40. Prompt Immagine (Link)

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    Maritombola @LandeDiFandom

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    Era stato solo grazie alle amicizie di Horikawa se Yamanbagiri, con tutte le sue insicurezze e disagi sociali, era riuscito ad ottenere quel posto di lavoro come inserviente all'Acquario di Tokyo.
    Non era un'occupazione redditizia né dalle grandi possibilità di carriera, ma Yamanbagiri non aveva poi chissà quali sogni per il futuro, gli bastava lavorare e non gravare più come un peso morto sui suoi fratelli. .
    NOTE
    Non è una Mermaid!AU YAY XD
    Una volta elaborata questa idea, quasi per scherzo, non sono poi riuscita a togliermela dalla testa. Forse… potrebbe diventare una raccolta lol
    «Un serpente d'inchiostro nero si avvolgeva sensuale attorno al braccio. Anzi no, era un drago.»
    Era stato solo grazie alle amicizie di Horikawa se Yamanbagiri, con tutte le sue insicurezze e disagi sociali, era riuscito ad ottenere quel posto di lavoro come inserviente all'Acquario di Tokyo.

    Non era un'occupazione redditizia né dalle grandi possibilità di carriera, ma Yamanbagiri non aveva poi chissà quali sogni per il futuro, gli bastava lavorare e non gravare più come un peso morto sui suoi fratelli. Anzi, a dirla tutta, quell'impiego era proprio quello che faceva per lui perché gli animali gli piacevano - compresi, ovviamente, quelli acquatici - e non era costretto a mostrarsi in pubblico o a intrattenere dialoghi indesiderati. Doveva solamente pulire i filtri delle vasche, dare da mangiare ad alcuni animali e occasionalmente occuparsi della pulizia degli spogliatoi dei vari performers che si esibivano nel fine settimana lì nell'acquario.

    Per carattere non sarebbe mai riuscito a definirsi del tutto realizzato, ma stava bene e quello era un gran passo in avanti per un ragazzo che, fino a qualche mese prima, poteva essere definito un totale disadattato.

    Sorrise tra sé e sé, rivolgendo quella sua espressione lieta agli inanimati filtri che stava pulendo, assaporando quella pace e l'equilibrio che tanto desiderava.

    «Yama!»

    La voce di Tsurumaru, un suo collega, lo costrinse tuttavia ad assumere di nuovo un cipiglio serio e a rimpiangere il silenzio di qualche attimo prima. Si voltò verso il nuovo arrivato, abbassando un poco la visiera del cappellino come per nascondersi.

    «Ahah! Ti ho sorpreso, vero?», rise Tsurumaru, raggiungendolo con pochissimi passi, «Hai quasi finito?»

    «Sì», rispose con calma, cercando di non esporsi troppo né di dare chissà quale confidenza.

    Non era spiacevole parlare con i suoi colleghi, tuttavia non poteva non sentirsi a disagio. Ma lentamente, e di quello ne era certo, si sarebbe abituato a loro.

    «Allora potresti andare tu a pulire gli spogliatoi oggi?»

    «Il mio turno è quasi finito», gli fece presente alzando un poco lo sguardo, osservando Tsurumaru unire le mani davanti al viso.

    «Ti prego~ domani farò io il doppio turno!», pigolò, «Oggi è il mio anniversario con Ichigo e sono riuscito a liberarmi dei suoi fratelli. È un'occasione che non posso sprecare! Intendo rapirlo subito dopo lo spettacolo».

    Yamanbagiri rimase per qualche momento in silenzio. Come era ovvio, Tsurumaru aveva dato per scontato la totale assenza di una sua vita sociale al di fuori del lavoro, ma in ogni caso non si sentí offeso da quel piccolo dettaglio.

    Non aveva niente di meglio da fare e quello era un dato di fatto, e annuendo decise di conseguenza di poter accettare di fare quel favore al suo collega.

    Tsurumaru lo ringraziò rumorosamente prima di darsi alla fuga, soffermandosi solo per ricordargli di guardare lo spettacolo perché, a detta sua, ne valeva sempre la pena.

    L'Underwater World era uno degli spettacoli di punta dell'Acquario che vedeva come protagoniste le sirene e i tritoni. Si teneva ogni fine settimana e a spettacoli alterni si alternavano per l'appunto le ragazze e i ragazzi.

    E vista la premura di Tsurumaru, Yamanbagiri poteva dare per scontato che quello fosse il weekend dei tritoni, durante il quale il suo ragazzo, Ichigo, si esibiva insieme ai suoi colleghi.

    Conosceva solo per nome i performers dell'Underwater World e il più delle volte li aveva incrociati di sfuggita negli spogliatoi, ma ovviamente non si era mai soffermato a cercare dialogare con loro… tuttavia non c'era neanche bisogno che Tsurumaru gli ricordasse di guardare lo spettacolo: perché lo avrebbe fatto in ogni caso.

    Trovava affascinanti le abilità di quel gruppo di ragazze e ragazzi. Si muovevano tutti in modo aggraziato e perfetto sott'acqua, e lo facevano indossando la coda da pesce. Non era un qualcosa che tutti sapevano e potevano fare. Yamanbagiri, di sicuro, non ci saremmo mai riuscito.

    Ripose con attenzione i filtri, e dopo essersi pulito le mani sui pantaloni - non gli importava di sporcarsi -, si rimise in piedi. Mancava poco meno di un quarto d'ora all'inizio dello spettacolo e poteva raggiungere il retro della vasca dell'esibizione in tutta calma.

    Era il suo posto preferito per osservare le esibizioni, prima di tutto perché in quella zona erano ammessi solo ed esclusivamente i membri dello staff quindi non ci sarebbero stati bambini o ragazzini urlanti che trascinavano i loro accompagnatori con dei «Ci sono le sirene da questa parte! Andiamo!», e in secondo piano… senza spettatori molesti nei dintorni lui poteva stare nascosto e lontano dalla vista di tutti.

    Si avviò senza fretta tra i corridoi dell'acquario, soffermandosi di tanto in tanto a controllare le varie vasche per i pesci più per fare orario che per un reale bisogno.

    Raggiunse appena un tempo la sua postazione preferita, infatti sentí quasi subito la musica partire e dei rumori di tuffi, segno che i ragazzi dello spettacolo erano finalmente entrati in vasca.

    Intravide le loro sagome iniziare a nuotare nella vasca, eleganti e leggiadri come se l'acqua fosse per davvero il loro elemento naturale.

    L'unica cosa negativa di quel posto d'osservazione era che lo spettacolo si teneva dalla parte opposta e che quindi dalla sua posizione Yamanbagiri poteva solamente vedere i loro movimenti da lontano, offuscati dall'acqua e dalla semi-oscurità che i tecnici delle luci facevano calare sulla vasca. Non era però una cosa del tutto negativa, perché creava un alone di mistero attorno a quelle figure.

    Era tutto così magico e non faticava a capire il perché quello spettacolo fosse così conosciuto ed apprezzato.

    Protetto dalla certezza di essere solo in quel luogo, Yamanbagiri non poté non sorridere, lasciandosi trasportare da quei sentimenti di pace e leggerezza.

    Tuttavia la sua espressione lieta mutò rapidamente in una ben più sorpresa quando nel suo campo visivo apparve un'ombra.

    Non accanto a lui né tanto meno vicino al suo spazio vitale. Quella figura si trovava all'interno nella vasca.

    "È reale?", fu il suo primo e stupido pensiero, perché aveva più volte visto i ragazzi dello spettacolo ma non aveva mai visto prima di quel momento quell'essere.

    Aveva gli occhi color dell'oro e la pelle scura, dalla muscolatura ben delineata senza però sfociare nell'esagerazione. I fianchi erano fini ed invitanti, e il solco idealmente creato dalle creste iliache andava a sparire placidamente dietro una lunga coda rossa.

    Il viso era serio e incorniciato da dei capelli castano scuro, tra i quali spiccavano come cupe fiamme delle ciocche più lunghe e scarlatte che sembravano partire dalla nuca.

    L'essere alzò una mano, andando a posarne il palmo sul vetro della vasca, e li Yamanbagiri noto un serpente d'inchiostro nero che si avvolgeva sensuale attorno al braccio. Anzi no, si corresse subito deglutendo, era un drago.

    Tutto di quell'essere ispirava mistero e bellezza e se Yamanbagiri non fosse stato una persona con i piedi ben piazzati per terra, avrebbe sicuramente dato davvero per scontato di trovarsi davanti ad un vero e proprio tritone. Era una sciocchezza, perché era ovvio che si trattasse di uno dei performers dello spettacolo, ma quella situazione aveva ugualmente dell'incredibile. Infatti, per la primissima volta in tutta la sua vita, gli sembrava impensabile interrompere il contatto visivo con quegli occhi dorati.

    "Mi… vede", pensò con lo stomaco in subbuglio.

    La sua fobia sociale lo aveva sempre portato a distogliere lo sguardo dinanzi agli estranei, ma anche a sentire un disagio talmente forte da costringerlo a nascondersi e fuggire. Eppure in quel momento non riusciva - né voleva - smettere di guardarlo e soprattutto desiderava che quel ragazzo continuasse a fissarlo.

    Perché non vedeva il riflesso di Chougi in quegli occhi, né pietà o altri sentimenti che era solito intravedere di sfuggita quando gli capitava di incrociare lo sguardo di qualcuno.

    Vi era al contrario stupore e forse curiosità, e Yamanbagiri non era certo di sapere come affrontare quella situazione. Eppure era lì, immobile con lo sguardo incatenato a quello dell'essere più bello che avesse mai visto.

    E sentí quasi svuotato quando quel giovane di punto in bianco lo abbandonò, nuotando via con dei movimenti che lasciavano trasparire sia grazia che forza.

    Solo in quell'istante alle sue orecchie giunse di nuovo la musica e lasciò sfuggire dalle sue labbra il respiro che neanche si era reso conto di aver trattenuto. Si portò una mano al petto, sentendo il cuore battere talmente forte da fargli quasi male.

    Cercò di calmarsi ma la certezza di doversi occupare degli spogliatoi, con conseguente rischio di incrociare quel ragazzo, gli rese particolarmente difficile riuscire a rilassarsi.

    «Che cosa faccio? Che cosa faccio?», mugugnò a denti stretti, appoggiandosi alla parete alle sue spalle per poi scivolargli contro, attirando le ginocchia al petto come per proteggersi.

    Tentò di ragionare appellandosi al suo senso di sopravvivenza, pensieri che si annullarono del tutto quando la voce del presentatore dello spettacolo si sollevò sopra la musica con una frase che attirò tutte le sue attenzioni.

    «Avete notato anche voi un viso nuovo, vero?», domandò quello che Yamanbagiri riconobbe come Mitsutada, «Vi chiedo di dare un caloroso benvenuto a Ookurikara che da oggi entra a far parte del gruppo e che andrà a sostituire Nenekirimaru».

    Si sentirono degli applausi in lontananza e Yamanbagiri si trovò diviso tra il suo lato più razionale, che finalmente aveva trovato una spiegazione logica alla comparsa di quel ragazzo, e la parte di sé che generalmente rimaneva sopita e che lo sorprese con un: "Ookurikara. Il suo nome è Ookurikara".

    Non aveva mai creduto al colpo di fulmine, ma in quel momento Yamanbagiri comprese di essere caduto in un baratro dal quale sarebbe per davvero stato difficile risollevarsi.

    "Sono letteralmente fregato".
    Note Conclusive:
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