[Obey Me!] Breathtaking

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    Lingua: Italiano
    Rating:
    Genere: Erotico, Introspettivo
    Wordcount: 2745
    Tipo Coppia: M/M
    Personaggi: Diavolo, Lucifer
    Pairing: Diavolo/Lucifer
    Warnings: Body Worship, leggerissimo Dom/Sub, Rimming, Anal Sex, Hand Job, Coming Untouched, Non Betata
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    Lucifer era bello da mozzare il fiato, e quello Diavolo lo aveva pensato sin dal loro primo incontro. Gli era bastato posare gli occhi su di lui, su quell'essere luminoso e divino, elegante e distante, per comprendere appieno i sentimenti delle persone che veneravano qualcosa o qualcuno. Perché Diavolo in quel preciso istante si era sentito quasi pronto ad inginocchiarsi dinanzi a Lucifer per donargli tutto se stesso, guardandolo con occhi carichi di ammirazione.
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    NOTE
    Sono canon. Okay?
    A Tatsu e Lera! Vi voglio bene stelle! Spero che la fic vi piaccia 8D
    «Lucifer gli era apparso irraggiungibile e intoccabile
    Lucifer era bello da mozzare il fiato, e quello Diavolo lo aveva pensato sin dal loro primo incontro. Gli era bastato posare gli occhi su di lui, su quell'essere luminoso e divino, elegante e distante, per comprendere appieno i sentimenti delle persone che veneravano qualcosa o qualcuno. Perché Diavolo in quel preciso istante si era sentito quasi pronto ad inginocchiarsi dinanzi a Lucifer per donargli tutto se stesso, guardandolo con occhi carichi di ammirazione.
    Lucifer gli era apparso irraggiungibile e intoccabile, e lo stesso angelo, forse inconsciamente o con un pizzico di superbia, gli aveva confermato quell'impressione nel rifiutargli una stretta di mano quando si era presentato a lui.
    Non si era arrabbiato né si era mostrato offeso per quella sorta di mancanza di rispetto, Diavolo aveva invece riso divertito per la sua reazione - Lucifer era un tipo interessante -, avvertendo al tempo stesso il desiderio di possederlo. D'altro canto poteva venerarlo ma lui era pur sempre un demone, l'erede del Devildom, ed era nella sua natura bramare anche l'impossibile.
    Per quel motivo quando era giunta l'occasione di averlo solo per sé, aveva fatto in modo di non lasciarsela sfuggire.
    Lucifer aveva perso le sue ali bianche e oro, ma ne aveva guadagnate altre: nere e funeree come le piume dei corvi. Non era più un essere divino e irraggiungibile, aveva perso i favori del Padre e i suoi occhi scuri sembravano dei cieli tempestosi, nei quali imperversavano sentimenti talmente forti da essere a malapena trattenuti dentro quel corpo.
    La sua bellezza da mozzare il fiato era mutata, ma non per questo diminuita, perché Diavolo si era sentito se possibile ancora più attratto da lui e da quelle ombre che Lucifer non poteva più nascondere.
    Ed era suo. Suo e di nessun'altro. Lucifer non avrebbe mai più rifiutato la sua mano e Diavolo avrebbe fatto in modo di non lasciarla mai.
    La bacio infatti, come per suggellare la promessa che rinnovava in tutti i momenti che trascorreva con il suo compagno, e continuò poi con lo sfiorare con le labbra le nocche e il dorso di quella mano, accarezzando la pelle pallida e fredda con riverenza. Le orecchie tese per non perdersi neanche un gemito o sospiro, perché ogni reazione di Lucifer era preziosa.
    «Sei bellissimo», sussurrò, dando voce ai suoi pensieri senza alcun imbarazzo, puntando gli occhi su Lucifer che, al contrario, mostrò come sempre un virginale rossore sul viso per quei complimenti.
    Una mano sul petto nudo, vicina al cuore, e lo sguardo rivolto altrove, con un piccolo broncio sulle labbra arrossate e umide dai baci che si erano scambiati fino a qualche momento fa.
    «Stupendo…», esalò ancora, quasi rapito, incapace di trattenersi.
    «Diavolo», mormorò in risposta Lucifer, forse per chiedergli di smetterla con quelle lodi, ma entrambi sapevano che quella era una richiesta impossibile. Diavolo era ossessionato dalla perfezione del suo amante, e non era nella sua natura mentire - almeno non su ciò che gli apparteneva.
    Spostò le labbra sul polso di Lucifer per donargli degli altri baci, facendo scivolare nel mentre le dita sulla pelle dell'avambraccio, fermandosi infine nell'incavo del gomito. Seguì quello stesso percorso con la bocca e con la lingua, strappando brividi e bassi sospiri al suo compagno.
    «Sei perfetto», soffiò superando il braccio di Lucifer per poter catturare ancora una volta le sue labbra in un bacio volutamente lento.
    Diavolo ne dettò il ritmo, muovendo con calma la lingua contro quella del suo compagno, ed inspirando a pieni polmoni il suo profumo dolce e intossicante. Gli accarezzò il viso con la mano, sfiorando gli zigomi e la mascella in quel suo cammino verso sentieri immaginari. Scese infatti sulla nuca, giocando con i capelli morbidi e scuri che si arricciarono dolcemente tra le sue dita.
    Lucifer lo abbracciò per attirarlo a sé, sollevando il capo per andare incontro a quella carezza nella chiara ricerca di un contatto maggiore. Quella reazione spinse Diavolo a non interrompere la sua esplorazione e, guidato dal rapido pulsare del cuore di Lucifer, percettibile anche con il più leggero tocco, scese con le mani sulle clavicole e sullo sterno.
    Il petto glabro si sollevava ad ogni respiro, scosso sia dal battito del cuore che dai sussulti per i piccoli gemiti, che venivano inghiottiti dal lungo bacio che ancora univa le loro labbra.
    Diavolo vi pose la parola fine proprio in quel momento, lasciandosi trasportare dalla necessità di donare le sue attenzioni anche al resto del corpo di Lucifer.
    Iniziò con il baciargli il collo e le spalle, mormorando a fior di pelle quanto amasse toccarlo in quel modo, quanto fosse perfetto e stupendo, da mozzare il fiato.
    Il suo viaggio lo portò sui capezzoli, ai quali si dedicò sia con la bocca che con le dita. Li massaggiò fino a sentirli indurirsi, li vezzeggiò con la lingua e si beo dei gemiti che sempre più frequenti stavano riempiendo l’aria bollente della stanza.
    Bastava un tocco, anche leggero, per far ansimare Lucifer e per sentire al tempo stesso le unghie di questo affondare sulla sua schiena, come se quello potesse aiutarlo a sorreggersi. Gli sarebbero rimasti i segni, ma a Diavolo non importava. Con un'umida scia di saliva scese infatti sugli addominali, baciando quella pelle priva di imperfezioni che continuava a fremere sotto il suo tocco.
    «Lucifer», leccò il contorno dell'ombelico quando lo raggiunse, «sei... incredibile», esalò con quella sua sincerità disarmante, senza mai allontanare troppo la bocca dal corpo del suo compagno.
    Si dedicò per qualche momento al ventre e ai muscoli che sussultavano e tremavano per quelle attenzioni, spostandosi poi sulle visibili creste iliache. Le baciò entrambe, sorridendo nel sentire il respiro di Lucifer mozzarsi data la vicinanza con l'erezione dolorosamente dura che svettava intoccata tra le sue gambe.
    «Diavolo», lo sentì ansimare con crescente bisogno, reso ancor più palese non solo dalle mani che si erano strette attorno alle sue spalle ma anche dal movimento del bacino, che si era spinto verso l’alto per inseguire le labbra di Diavolo quando queste si erano allontanate dalla sua pelle.
    Il suo sorriso si allargò ulteriormente per lo stato di necessità nel quale versava il suo amante e gli accarezzò lentamente l’interno coscia.
    «Non ho ancora finito», gli fece presente, muovendo le dita con accurata calma, tracciando disegni astratti sulla morbida pelle della zona inguinale, evitando accuratamente e con chiara malizia le parti più sensibili.
    Lucifer emise un basso ringhio e gli occhi scuri lampeggiarono per qualche istante di rosso, pericolosi e sensuali al tempo stesso. Diavolo sapeva di star stuzzicando la sua pazienza e devozione, ma era più forte di lui, inoltre sapeva che quella minaccia sarebbe sempre e comunque rimasta latente. Lucifer non avrebbe mai osato alzare un dito contro di lui, ed era eccitante avere quel potere e quelle certezze.
    «Diavolo», ripeté con voce più roca Lucifer, tentando di deviare le carezze con il movimento del suo stesso corpo.
    «Sei magnifico anche con quell’espressione contrariata», gli fece presente Diavolo, allontanando entrambe le mani per poterle posare con decisione sui fianchi, imponendogli di stare fermo.
    «Anche... la mia pazienza ha un limite», ribatté Lucifer, cercando di sollevarsi sui gomiti per puntare gli occhi su quelli ambrati di Diavolo. Non lo avrebbe mai supplicato, ne erano entrambi ben consapevoli - non a caso Lucifer era l'Incarnazione della Superbia -, ma avrebbe lasciato che fossero quelle sue incredibili iridi scure macchiate di rosso a trasmettergli il suo volere e i desideri.
    Diavolo, onestamente, avrebbe continuato volentieri a baciare e adulare quel corpo, fermandosi quando sentiva il bisogno di ammirarlo... prendendosi il suo tempo in tutto e per tutto. Ma dall'altra parte i sentimenti ben più carnali e lontani dalla venerazione che provava per Lucifer pretendevano di essere soddisfatti.
    Si sporse quindi in avanti, rubando un nuovo bacio al suo amante, più veloce e leggero dei precedenti che si erano scambiati.
    «D'accordo», rispose, accarezzandogli lo zigomo con il pollice, «ma faremo a modo mio», precisò con un lampo di malizia negli occhi. Lucifer sospirò ma non ribatté a quella ovvia conclusione.
    Vittorioso, Diavolo si sollevò con un sorriso disteso sulle labbra, mettendo in quel modo un po' distanza tra sé e il corpo del suo compagno. Si permise di farvi scorrere un'ultima volta lo sguardo, dal viso corrucciato e arrossato, scendendo poi sui fianchi fini ma forti che avrebbe sicuramente stretto tra le mani quando lo avrebbe posseduto. Scese poi ad osservare le lunghe gambe leggermente divaricate in un chiaro invito, reso ancora più eccitante dall'erezione bisognosa di attenzioni.
    Si leccò le labbra e riportò gli occhi sul volto di Lucifer.
    «Voltati», lo istruì con voce leggermente più roca, aggiungendo poi un: «con le braccia sulla testiera del letto».
    Sentì il suo stesso sesso reagire alla sola immagine mentale del suo amante in quella posizione di sensuale vulnerabilità, e trovò anche estremamente complicato - oltre che quasi doloroso - placare il suo istinto quando Lucifer, muovendosi con eleganza ma altrettanta premura, gli diede le spalle.
    Strinse le labbra per trattenere il respiro, sentendo la bocca improvvisamente secca nel seguire gli spostamenti del suo amante. Lo vide piegarsi in avanti, alzando le braccia per poterle appoggiare sulla testiera in legno del letto, i muscoli dorsali si contrassero così come quelli dei glutei e delle gambe, tenute un po' divaricate.
    Il suo corpo era un'opera d'arte, flessibile ma forte… e cosa non meno importante: gli apparteneva.
    Socchiuse la bocca per riprendere a respirare, emettendo un basso e roco gemito quasi senza rendersene conto.
    «Sei da mozzare il fiato, Lucifer», commentò, alzando le mani per accarezzargli la schiena e infine i fianchi, soffermandosi solo per qualche attimo sulle invitanti fossette di Venere. Le massaggiò con i pollici, come se quel piccolo gesto pregno di reverenza potesse garantirgli autorizzazione a scendere un poco più in basso, sulla morbida curva delle natiche. Lucifer si mosse un poco, cercando di spingersi verso di lui, e Diavolo non poté far altro se non accontentarlo consapevole di aver a sua volta raggiunto quasi il limite del suo auto-controllo.
    Solo per cercare di mantenere il controllo allungò la mano verso il comodino alla sua sinistra, afferrando il profumato olio per massaggi che aveva preventivamente preparato, e dopo aver abbandonato il piccolo contenitore sul materasso poté finalmente sentirsi pronto a riportare entrambi gli arti sul corpo del suo amante.
    Accarezzò infatti il profilo delle natiche di Lucifer con delicatezza, stringendole poi tra le mani per saggiarne la consistenza. Erano sode e invitanti e si sentí quasi sul punto di morderle, ma il suo sguardo e tutte le sue attenzioni vennero catturate da ben altro.
    Smise letteralmente di pensare quando spinse il viso tra i glutei di Lucifer, iniziando sin da subito a utilizzare la lingua per tracciare il breve percorso tra i testicoli del suo amante e l'orifizio, per poi dedicarsi solo ed esclusivamente ad esso.
    Lo leccò più volte aiutandosi con le mani ad allargare le natiche, e tentando solo di tanto in tanto di superare il primo e stretto anello di carne. I gemiti del suo amante riempirono la stanza privi di qualsivoglia pudore, e il suo stesso corpo sembrò tremare con violenza in risposta a quei versi che, alle sue orecchie suonavano, come un'ammaliante melodia.
    Diavolo non ebbe la forza di fermarsi come aveva fatto fino a qualche minuto prima. Era intossicato da quelle sensazioni, dal profumo e dai gemiti di Lucifer, e proseguí muto la sua esplorazione, alternando movimenti della lingua più maliziosi a dei lievi tocchi delle dita.
    La sua mente era pervasa dal desiderio e dalla soddisfazione di poter toccare Lucifer in quel modo, e non poté trattenersi dal gemere a sua volta quando riuscì a spingere la lingua all'interno del suo corpo.
    Lo aveva già fatto un migliaio di volte, e tante altre ne sarebbero sicuramente seguite, ma per Diavolo era sempre come la prima volta. Non gli sembrava neanche lontanamente possibile prendere in considerazione l’abituarsi a Lucifer e a tutto quello che lo riguardava.
    Mosse ancora la lingua, dentro e fuori, esplorando per quanto gli fosse possibile quella calda e stretta apertura che si contraeva ad ogni gemito e tremito. Solo dopo qualche minuto si decise a violarla con le dita, sapientemente lubrificate con l’olio che si era procurato poco prima. Il corpo di Lucifer accolse l’intrusione delle due falangi con un mugolio compiaciuto e quasi sollevato, che incoraggiò Diavolo a spingersi ancora oltre, piegandole ed allargandole.
    Baciò con delicatezza una delle natiche del suo amante e, continuando a prepararlo, si sollevò per poter far scorrere lo sguardo sulla schiena inarcata e sudata di Lucifer, sui suoi muscoli che fremevano e si tendevano ad ogni gemito, su quel profumo che sembrava essere sempre più forte e intossicante.
    «Sei stupendo», soffiò forse per l’ennesima volta, dando ancora voce ai suoi pensieri, mentre le dita da due diventavano tre. Lucifer iniziò a quel punto a spingersi ulteriormente verso di lui, facendo ondeggiare il bacino. Non era abbastanza e voleva di più, e quello Diavolo lo poteva scorgere anche solo con un semplice sguardo. Si premurò tuttavia di prepararlo ancora per un po’, trovando intollerabile l’idea di causargli dolore o disagio.
    Il suo nome, ansimato quasi a denti stretti da Lucifer, lo spinse a fermarsi ed allontanando le dita dall’orifizio del suo amante lo costrinse a voltarsi. Gli catturò ancora le labbra in un bacio breve ma intenso, e solo in quell’istante decise di prendersi un altro piccolo momento per ammirare Lucifer in tutta la sua perfezione.
    I capelli scuri erano arruffati e la fronte aggrottata, gli occhi sembravano pozzi neri mentre dalle labbra socchiuse fuoriusciva un respiro rapido e irregolare. Il petto sobbalzava per il battito del cuore, i capezzoli erano duri e invitanti ma cercò di non soffermarsi ad essi e neanche sulle goccioline di sudore che imperlavano quella pelle pallida. Scese infatti con lo sguardo sui fianchi, poi sulle cosce, forti e con i muscoli che si contraevano ad ogni respiro, e infine sull’erezione rimasta intoccata fino a quel momento e che prometteva di esplodere alla più piccola carezza.
    Si leccò le labbra, sentendosi quasi affamato, e afferrando rapido l’olio per massaggi lo versò abbondantemente sul suo sesso, sibilando sia per il freddo contatto con quel liquido che per la promessa di piacere portata da quel gesto. Portò allora entrambe le mani sui fianchi di Lucifer per avvicinarlo un poco a sé, sfregando in quel modo la sua stessa erezione contro le natiche del suo amante.
    Tremò per il piacere e ripeté ancora quello stesso movimento prima di poter finalmente guidare la punta del suo sesso contro l’orifizio di Lucifer. Si prese il suo tempo, concentrato su ogni sospirò e mugolio del suo amante, e solo quando riuscì ad affondare del tutto poté concedersi un primo gemito di piacere.
    Il corpo di Lucifer sembrava bruciare attorno alla sua erezione. Bello e tentatore, perfetto in ogni sua espressione e forma, anche mentre con un movimento quasi sgraziato, animato solo dalla necessità di quei momenti, non iniziò a spingersi verso di lui.
    Un muto ordine lampeggiò negli occhi di Lucifer, e Diavolo non poté far altro se non accontentarlo subito, ritraendosi un poco per poi affondare di nuovo all’interno dell’orifizio di Lucifer, strappandogli un verso roco ma soddisfatto. Ripeté ancora e ancora quel movimento, ascoltando i gemiti e il rumore della loro pelle che si scontrava, sudata, l’una contro l’altra.
    Cambiò ritmo più volte, aggiustando gradualmente l’angolazione delle sue spinte per poter far impazzire il suo amante. Lucifer infatti venne qualche istante dopo, senza neanche essere stato toccato, riversando il suo seme bianco sul suo stesso ventre e su quello di Diavolo.
    Diavolo continuò a muoversi ancora, senza sosta, con affondi sempre più profondi e rapidi, facendosi strada tra la carne contratta del suo amante, ridotto ad un fascio di nervi sensibili e gemiti.
    Non ci volle molto per raggiungere a sua volta l’orgasmo e solo grazie alla sua grande attenzione per il corpo di Lucifer riuscì ad evitare di crollargli addosso esausto e stravolto, scosso dalle ondate di piacere.
    Abbandonò lentamente il corpo del suo amante, tremando per quell’ultima carezza sul suo sesso ancora sensibile, e si distese al suo fianco, attirandolo a sé in un abbraccio sporco e sudato, ma estremamente piacevole.
    Si prese qualche istante per riprendere a respirare correttamente, ascoltando al tempo stesso i battiti del cuore dell’altro farsi sempre più regolari. Gli baciò allora la spalla, piegando le labbra in un sorriso soddisfatto e mormorando per l’ennesima volta - e sicuramente non per l’ultima - quanto Lucifer fosse talmente perfetto da mozzargli il fiato.



    Note Conclusive:
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    Edited by #Michelle - 4/2/2020, 17:59
     
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